Il percorso
Punto di partenza: Ra Stua Lunghezza: 10 kilometri Dislivello: 400 metri Durata: Circa 2 ore Destinazione: Fodara Vedla GPX: Scarica il percorso in GPXLa Mappa
Introduzione
Quella che porta dalla Malga Ra Stua fino al Rifugio Fodara Vedla e ritorno è una bellissima escursione adatta a tutti, che attraversa due parchi naturali e raggiunge uno dei rifugi d'alta quota più caratteristici dell'Alto Adige.
L'escursione ha una lunghezza totale di circa 10 chilometri e vi impegnerà indicativamente per tre ore, più il tempo in cui deciderete di fermarvi al rifugio o alla malga. Se volete rendere la passeggiata un po' più impegnativa, è possibile partire dal parcheggio di Sant'Uberto, in questo caso aggiungerete altri sei chilometri e circa due ore e mezza al tragitto. Se deciderete di affrontare questa variante, vi invitiamo a leggere la pagina dedicata alla gita da Sant'Uberto a Ra Stua. Se non siete abituati alle escursioni, prima di avventurarvi vi consigliamo di leggere la nostra pagina con i consigli per una gita piacevole e senza imprevisti.
Ricordate che la strada che porta alla Malga Ra Stua viene chiusa al traffico nei mesi di Luglio ed Agosto, durante questo periodo è disponibile un servizio di navette a pagamento. Nel caso di nevicate abbondanti, la strada potrebbe essere aperta solo in primavera inoltrata.
Escursione
Una volta parcheggiata la macchina nell'ampio piazzale della Malga Ra Stua, dirigetevi verso la sbarra che blocca il traffico e seguite l'ampia strada bianca praticamente pianeggiante che si avventura verso nord, lungo il sentiero n°6 in direzione rifugi, Val Salata e di Ciampo de Cros. Se preferite fermarvi per una colazione, un caffè o l'aperitivo, approfittate della malga, in quanto da qui a Fodara non ci saranno altre strutture ricettive.



Dopo circa 15 minuti di cammino, vedrete il bosco lasciare spazio ad un ampio prato (il Ciampo de Cros), con una baita in lontananza. Qui dovrete prendere la strada a sinistra, attraversando il ponticello e seguendo il sentiero n°9 in direzione Rifugio Fodara Vedla e Lavinores. Preparatevi, perché dopo il riscaldamento, vi aspetta l'unica salita della gita, in cui saranno concentrati gran parte dei 400 metri di dislivello positivo dell'escursione.



Affrontate la salita senza fretta, cercando di mantenere un passo costante. Vi assicuriamo che la strada è stata pensata per salire velocemente di quota senza fare troppo sforzo. Dopo circa 30 minuti avrete raggiunto un'altitudine di tutto rispetto, come potrete vedere dal Ciampo de Cros, che adesso si staglierà sotto di voi. Da qui la strada prosegue senza grossi dislivelli, prima attraverso il bosco e successivamente lasciando spazio ad ampi panorami, fino a portarvi ad un piccolo laghetto di montagna, dove potete fermarvi a fare qualche fotografia o riposarvi.



Poco prima di raggiungere il rifugio, senza nemmeno accorgervene, attraverserete il confine tra Veneto e Trentino alto Adige. L'unica segnalazione è data dalle due tabelle in legno, una installata dal Parco Naturale delle Dolomiti Ampezzane, l'altra dal Parco Naturale di Fanes, Senes e Braies. Da qui mancano solo 10 minuti al rifugio Fodara, che vedrete comparire sulla sinistra, leggermente più in basso rispetto al punto dove state camminando.
Secondo le indicazioni l'andata dovrebbe impegnarvi per circa un ora e mezza, nel nostro caso abbiamo impiegato circa un'ora. Probabilmente lo stimolo è stato dato dal richiamo di una buona birra media, che visto le ferie, era più forte del previsto. Nel nostro caso abbiamo mangiato gli immancabili canederli al formaggio pressati su letto di cavolo capuccio, ma se vi piace la cucina tradizionale altoatesina, avrete solo l'imbarazzo della scelta.
Se trovate che il rifugio non sia di vostro gradimento (l'ambiente è molto sud tirolese) o che ci sia troppa confusione, potete tranquillamente valutare il pranzo alla Malga Ra Stua, la discesa dovrebbe impegnarvi per circa un'ora, non troppo se la fame vi permette di resistere.



Curiosità
Prima di concludere, vorremmo raccontarvi qualche curiosità sul Rifugio Fodara. La struttura nasce come accampamento della prima guerra mondiale, ma nel 1923 venne rilevata da Hans Mutschlechner ed utilizzata come malga per il bestiame. In seguito all'arrivo del turismo, la malga venne convertita in struttura ricettiva, con camere e cucina. Ad oggi il rifugio è ancora gestito dalla famiglia Mutschlechner, giunta alla quarta generazione.
In bagno non vengono utilizzati i classici simboli per gli uomini e le donne, bensì un sistema molto più caratteristico, con i camosci (vedi foto). Il bagno degli uomini è identificato con il camoscio maschio, riconoscibile dalle corna e la barba, il bagno delle donne con il camoscio femmina, senza corna e senza barba. In realtà ci risulta che anche le femmine del camoscio abbiano le corna, ma abbiamo preferito essere discreti e non chiedere la situazione familiare degli esemplari ritratti...
Da questo punto partono molte famose escursioni altoatesine, come ad esempio quelle verso i rifugi Fanes, Sennes e Pederü. Il rifugio è stato scelto anche per molti matrimoni, anche da residenti di Cortina, come possono testimoniare le fotografie esposte sulla scala verso il bagno.
Il termine Fodara deriva dal ladino e significa letteralmente pascolo delle pecore. Esistono altri esempi simili, come ad esempio Fedarola a Cortina o Fedares in Val Badia.
Conclusione
Sperando che la gita da Ra Stua a Fodara Vedla vi sia piaciuta, vi ricordiamo che potete leggere tutti gli articoli che abbiamo scritto su Cortina d'Ampezzo cliccando qui.
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